Ridurre l’aliquota applicabile alle importazioni di opere d’arte ed estendere tale trattamento anche alle cessioni di oggetti d’arte, antiquariato e da collezione: è questo l’obiettivo del disegno di legge oggi alla Camera. Una misura che potrebbe promuovere, anche sul mercato secondario, una maggiore circolazione delle opere.
L’Italia applica l’aliquota ordinaria, attestandosi così su livelli molto più alti rispetto agli altri Stati. La percentuale ridotta del 10% è infatti prevista solo per le importazioni, ulteriormente aggravate dai dazi doganali, e per le cessioni effettuate direttamente dagli artisti.
L’intervento in materia di IVA non è il solo relativo al mondo dell’arte, ma si prevede anche l’introduzione, tra i “redditi diversi”, di una specifica fattispecie impositiva per le persone fisiche sulle plusvalenze conseguite dalla compravendita di opere, con l’obiettivo di rendere tassabili i plusvalori conseguiti, al di fuori dell’attività d’impresa, da coloro che compravendano con intento speculativo oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione
“Il punto focale sarà la distinzione tra la figura di semplice collezionista, che in caso di vendite occasionali non dovrebbe essere tassato, e lo speculatore, le cui plusvalenze assumeranno rilevanza ai fini IRPEF”.